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Ansia da dentista? Si può eliminare

L’appuntamento col dentista non rappresenta per nessuno un incontro piacevole, ma per l’ansioso fino all’odontofobico l’appuntamento può diventare un dramma.

L’odontofobia è una vera e propria fobia per il dentista. E’ un disturbo che è stato riconosciuto ufficialmente anche dall’OMS.

Nel caso dell’odontofobico, l’oggetto della paura è rappresentato dal dentista e da tutto ciò che richiama lo studio del professionista (il trapano, l’ago, il rumore degli attrezzi ecc…).

La persona, seppur consapevole dell’irrazionalità della paura, non può fare a meno di provarla, al punto tale da arrivare a sperimentare sintomi quali tachicardiasudorazionesenso di soffocamentotremoresensazione di svenire, fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico.

Ne deriva che la persona tenda a rimandare costantemente l’appuntamento col dentista, assuma farmaci antibiotici nel tentativo di “automedicarsi”, eviti situazioni o argomenti che facciano riferimento a ciò che gli provoca ansia.

Questo comportamento però non fa che aggravare il problema perché la patologia orale con il tempo diventa sempre più grave, ed operare di urgenza per dominare i forti dolori che possono provenire dai denti può essere molto difficile. La strategia giusta è fare frequenti visite di controllo odontoiatriche in modo da intercettare i problemi allo stadio iniziale. Problemi piccoli = interventi piccoli. In queste situazioni, i farmaci anestetici che abbiamo ora in dotazione riescono facilmente a dominare il dolore provocato dai nostri strumenti.

A questa strategia bisogna però anche associare il trattamento dell’ansia. Questa è uguale al dolore, quando c’è, bisogna trattarla. Sta meglio il cliente, lavora con tranquillità il dentista, ed il lavoro viene eseguito meglio.

Le metodiche per il trattamento dell’ansia sono molteplici. Si possono prendere degli ansiolitici addirittura prima di uscire di casa in pasticche o gocce. Oppure possono essere presi poco prima di sedersi sulla poltrona visto il breve tempo di latenza per essere efficaci.

Molto utile è  il gas esilarante o protossido di azoto. Questo gas viene usato normalmente nelle sale operatorie come anestesia di base. E’ un gas in uso dalla fine dell’800 ed è stato usato la prima volta proprio in ambito odontoiatrico. Il suo uso è quindi assolutamente sicuro. Ha un tempo di latenza breve per agire (dai cinque ai dieci minuti) e circa altrettanto velocemente cessa la sua azione nel momento in cui si smette di somministrarlo. Da una sensazione di formicolio e calore alle mani ed un senso di euforia. Se la concentrazione è troppo elevata può dare un po’ di giramento di testa che passa immediatamente riducendo la concentrazione di gas respirato.

In caso di ansia molto forte si possono associare entrambe le metodiche ansiolitici e gas esilarante.

In caso di interventi lunghi o negli odontofobici gravi, in cui è utile una sedazione più profonda, si può ricorrere ad una somministrazione per via iniettiva endovenosa. In questo caso però deve essere presente in studio anche un anestesista. In tutti questi casi la persona è vigile e collaborante anche se sedata. Una anestesia vera e propria a livello ambulatoriale non può essere fatta perchè manca l’attrezzatura che è propria di ospedali e cliniche, ovvero la sala di risveglio e di degenza post operatoria.

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